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 EDITORIALE Le impronte del mito      La
    Sicilia va in tournèe. Trecento opere
    ne racconteranno la storia dalle prime tracce della civiltà umana fino allo
    sbarco dei Garibaldini nel 1860. Teatro della mostra sarà la città di Bonn,
    in Germania, nella prestigiosa sede della Kunsthalle. Inaugurata a fine
    gennaio, fino a maggio l’esposizione consentirà al grande pubblico
    internazionale e tedesco in particolare di conoscere l’articolato e
    coinvolgente percorso culturale siciliano che nei millenni è stato
    contaminato dall’avvicendarsi di popoli e tradizioni. Una storia ricca di
    contraddizioni eppure estremamente affascinante. E questo perché la Sicilia
    ha saputo reinterpretare le diversità facendole proprie e partoren-do quel
    meraviglioso unicum che
    costi-tuisce l’intima essenza e la particolarità della Sicilia di oggi.       Sarà
    una mostra che parlerà lingue diverse. E non soltanto per via delle
    svariate civiltà che si sono avvicendate sull’isola. Ma anche in
    riferimento alle diverse arti figurative e creative che arti-coleranno
    l’evento espositivo: pittura, scultura, architettura, artigianato della
    tradizione popolare. Alla realizzazione dell’imponente mostra “fuori porta”
    hanno contribuito i servizi museografici siciliani: musei, gallerie,
    soprintendenze, biblioteche. Uno sforzo non indifferente ma che sarà
    ampiamente ripagato, ci si augura, in termini di positive ricadute
    d’immagine per la Sicilia e, in partico-lare, per gli effetti sulla
    promozione dei flussi turistici legati ai percorsi culturali. Ciò che i
    tedeschi vedranno a Bonn, in-fatti, non sarà che una ridottissima parte del
    patrimonio artistico e culturale sici-liano. E, in ragione di ciò, dovranno
    pur venire qui giù se vorranno vedere tutto il resto. Ma, fatto non
    secondario, nel con-testo del territorio dove quelle manife-stazioni
    artistiche hanno visto la luce. Ne siamo convinti: saranno
    irrinunciabil-mente attratti dalla terra degli incontri e dei conflitti tra
    civiltà, seguendo – come recita il titolo della mostra – le “Impronte del
    mito, da Ulisse a Garibaldi”.          
    
 
   
 
   
   
   
   
   
   
   
  
   
 
   
   
 
  
   
 
   
   
   
 
   
   
   
 
  
   
 
  
   
   
   
 
   
   
 
   
   
     
  
     
   