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EDITORIALE Globalizzazione e linee di
costa Palermo conferma ancora una volta la propria
centralità nel Mediterraneo e si candida a diventarne punto di riferimento
per i flussi turistici delle navi da crociera e della nautica da diporto. Negli ultimi
cinque anni, infatti, ha consolidato un incremento del quattrocento per
cento nel settore crocieristico, riuscendo anche a raddoppiare il traffico
passeggeri. Il dato è emerso nel corso delle “Giornate mediterranee di
ingegneria costiera e portuale”, un ciclo di conferenze internazionali in
svolgimento i primi di ottobre proprio a Palermo, prima tappa di quattro
edizioni che si terranno nei prossimi anni nelle principali metropoli del
Bacino del Mediterraneo. Si pone, dunque, il problema di far fronte, con
nuove infrastrutture, alle esigenze della moderna mobilità, inserita in un
contesto ormai globale, ma prestando attenzione – e qui sta la sfida
lanciata nel corso degli incontri palermitani – alle tematiche ambientali e
culturali. Il piano regolatore del porto di Palermo, ad esempio, prevede un
sistema di gallerie che, attraversando la città nel sottosuolo, colleghi il
waterfront alle autostrade. Una
risposta certamente efficace, nonché altamente tecnologica, alle richieste
del mercato. Va considerato, tuttavia, come Palermo vanti un porto che è
naturalmente inserito nel tessuto urbano, ricco quest’ultimo di palazzi
storici nei quali la città si identifica. Di più: le origini della città ci
raccontano di questo legame con il fronte a mare sin dai primi
insediamenti. Ecco il punto: le infrastrutture urbane devono certamente
assecondare le dinamiche sociali, ma il rapporto fra architettura e società
crediamo non debba mai esulare dalle connotazioni storiche e culturali e
dal contesto paesaggistico e ambientale. Altrimenti la città non saprà più
raccontarci di se stessa.