mandate per generazioni. Fatto sta che il due novembre le vetrine delle pasticcerie siciliane sono stracolme dei “frutti” di pasta di mandorla,  tra l’altro

così bene realizzati da esser distinti con difficoltà dalla  frutta, quella vera.

     Il  due novembre  la  Sicilia  si  ferma,   in barba  al  calendario  non  festivo,  per  onorare  i propri defunti. E  come  tradizione  vuole, “offre” ai propri  cari  cesti  di frutta realizzata  ad arte impastando  mandorle tritate  e  zucchero. Per individuarne l’origine, come per tantissime altre feste religiose, dobbiamo andare indietro di millenni, ricercando in quella intricata rete di usanze pagane che regolavano i rapporti fra gli uomini e le divinità in cui credevano i nostri antenati. Fra i primi ad aver istituito una sorta di commemorazione dei defunti – di cui c’è giunta notizia – pare siano  stati gli Ateniesi. Nel mese di novembre, infatti,

 

 

erano soliti offrire fave lesse a Bacco e Mercurio per onorare i propri defunti. Le fave, allora, erano considerate i “frutti dei morti”, per via delle macchie

nere presenti nei fiori della pianta. Erano quelli i tempi in cui da ogni segno della natura scaturivano i più fantasiosi ragionamenti, perché  ogni cosa veniva interpretata e classificata come messaggio delle divinità. Ne dedussero che le fave non dovevano esser mangiate, ma offerte ai defunti.

     E così, in novembre, in occasione della commemorazione dei defunti, i primi frutti di martorana furono realizzati proprio con la forma delle fave. Oggi i maestri pasticceri siciliani si sbizzar-riscono a riprodurre con maestria impareggiabile ogni tipo di frutto. Ma, se ci fate caso, osservando con atten-zione le vetrine delle loro botteghe, troverete sempre dei frutti di martorana dall’inconfondibile forma di fava.

                 

 Luoghi

                                             di Sicilia

 

 

 

     Là dove mito     e storia

s’incontrano,   ma  senza

poter  sapere dove      inizia

l’uno   e   finisce      l’altra,

succede   che   per  rac-

contare  le  origini   della

frutta  martorana - il dol-

ce     caratteristico    che

viene  preparato  un  po’

dappertutto    in    Sicilia

per   la    ricorrenza   dei

defunti    viene  scomo-

dato   addirittura   un  re.

Non   sappiamo chi fos-

se,  non  è dato saperlo,

né in quale periodo il fatto ebbe ad accadere. Sappiamo soltanto che questo regnante era atteso a Palermo al convento della Martorana. Ed era novembre. L’edificio sorgeva al centro di un meraviglioso giardino con superbi alberi da frutta: meravigliosi i suoi colori e profumi. Ma in novembre lo spettacolo che esso offriva era invero deludente, con tutti quei rami secchi e le foglie per terra. Urgeva trovare un rimedio, tanto più che la visita del re era ormai prossima. Come illuminate, le suore decisero di “fabbricare” da sé i frutti, con un impasto di mandorle secche e zucchero, che poi avrebbero modellato e decorato. La frutta così realizzata sarebbe quindi stata appesa su ogni albero. Il re avrebbe apprezzato ugualmente, anche in novembre, la straordinaria bellezza del frutteto della Martorana: nasceva la “frutta dei morti”.

     Sin qui la leggenda. Che a inventarne la ricetta siano state le suore, non ci piove. Ma la storia degli alberi spogli, probabilmente, fa parte del bagaglio  di  fantasie  popolari  tra-

 

 

 

 

 

 

 
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Nella foto fanno bella mostra di sé i frutti di martorana, tradizionalmente preparati in tutta la Sicilia in occasione della ricorrenza dei defunti del due di novembre

 

 

IN VETRINA Il  due novembre  la  Sicilia  si  ferma,   in barba  al  calendario  non  festivo,  per  onorare  i propri defunti.

E  come  tradizione  vuole, “offre” ai propri  cari  cesti  di frutta realizzata  ad arte impastando  mandorle tritate  e  zucchero

 

 

 

 

 

Dalla Martorana frutta da Re

 
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Casella di testo: Periodico on line di cultura, tradizioni popolari, valorizzazione del territorio e delle risorse paesaggistiche. Iscrizione N. 288 del 
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