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vendicasse del padre. In fondo, il  “bandito” di Villafranca non aveva scelto di fare il fuorilegge. C’era diventato a suon di abusi e ingiustizie che l’avevano tormentato per tutta la sua breve esistenza. E così Villafranca Tirrena, grazie al sacrificio dei due uomini e all’intuito dello scrittore francese, divenne famosa ben oltre i confini siciliani.

     Oggi Villafranca, pur orgogliosa d’esser stata notata e scelta da un grande romanziere, non s’è montata la testa. E conserva ancora la sana tranquillità d’un paese ridente e ameno, lontano dal caos delle città. Potendo offrire occasioni di riposo, in particolare d’estate, a turisti e villeggianti che vanno a trascorrere le ferie nelle contrade del centro messinese. Ma per incontrare un bel po’ di gente a Villafranca, tuttavia, non bisognerà attendere la bella stagione. Già il mese prossimo la cittadina   sarà

 

 

 

Nell’inquadratura in alto, sotto al titolo, i ruderi del Castello di Calvaruso, qui sopra un caratteristico vicolo, mentre in basso il chiostro del Convento che ospita la statua lignea dell’Hecce Homo. A destra un meraviglioso tramonto visto da Villafranca Tirrena, con il sole che viene “abbracciato” dal Tirreno. In basso a destra una cartolina degli anni settanta con immagini di contrada Serro. Tutte le foto sono state gentilmente concesse dall’Ufficio Stampa del Comune di Villafranca Tirrena   

 

 

piena di fermento per i festeggiamenti in onore di San Nicola di Bari, che è il Santo Patrono. Sarà suggestivo assistere il cinque di dicembre al corteo dei pescatori che, venuti dal mare su di una barca, la trascineranno fino alla piazza principale. E qui la bruceranno, in segno di devozione per il Santo Protettore. L’indomani, giorno di San Nicola, grande festa con processione, banda musicale, distribuzione dei “panuzzi” di San Nicola e finale con gli immancabili fuochi d’artificio.

     Ma accanto a San Nicola, per restare in tema, grandissima devozione hanno i fedeli di Villafranca Tirrena per l’Ecce Homo, statua lignea scolpita nel XVII secolo da un frate. Perlomeno singolare la storia di questa scultura. Si racconta che il religioso fosse in gran ritardo per completare il lavoro che gli era stato commissionato dal Principe Moncada.

                  La  notte  prima dell’inau-

                  gurazione  della  statua   il

                  frate   aveva praticamente

                  desistito  dal  completarla:

                  realizzato  da settimane  il

                  busto,    non    riusciva   a

                  scolpire     il    volto     del

                  Cristo.  Deluso e amareg-

                  giato,  andò via, pensando

                  di    dover     far    rinviare

                  l’inaugurazione.          L’indo-

                  mani,      inspiegabilmente,

                  senza   che  alcuno avesse

                  avuto  accesso  alla stanza

                  della     scultura,          l’Ecce

                  Homo  era         completo,  in

                  tutto il suo splendore,       con

                  un volto talmente        espres-

                  sivo da lasciare tutti     ester-

                  refatti.            Luoghi

                                           di Sicilia

 

 

 

     A Villafranca Tirrena una strada del centro storico è intitolata ad Alessandro Dumas. A poca distanza un’altra via porta il nome di Pasquale Bruno. Il primo è il grande scrittore francese, a tutti noto. L’altro un bandito di quasi due secoli e mezzo fa. A conti fatti, lo scrittore e il bandito erano contemporanei. Vuoi vedere che la vicinanza delle due strade stia ad indicare una qualche relazione fra Dumas, Bruno e Villafranca Tirrena? Ed infatti il grande Dumas è stato nella cittadina messinese nei primi anni del 1800. Venuto in Sicilia per rendere visita all’amico catanese Vincenzo Bellini, era rimasto particolarmente colpito da una triste storia di soprusi e angherie che gli aveva raccontato il musicista siciliano. C’erano tutti gli elementi per scrivere un bel romanzo. Dumas non resistette alla tentazione e corse a Villafranca Tirrena per apprendere tutti i particolari della vicenda. Ne scaturirono due opere di successo, con protagonista assoluto Pasquale  Bruno, il bandito buono di Bauso, una contrada di Villafranca. Le peripezie dell’uomo cominciano già alla fine del 1700. Il padre del “bandito buono”, come lo chiamavano, aveva subìto una serie di soperchierie dal Conte di Castelnuovo. L’ultima, gravissima: gli aveva fatto rapire la moglie per poi abusarne. Minacciato di morte, il conte giocò d’anticipo e condannò a morte il marito della popolana. Rimasto orfano del padre, Pasquale Bruno dovette conoscere anche lui per tutta la vita le prepotenze dei nobili, al punto da essere condannato a    morte pure   lui,    per  paura che si vendicasse

 

PAESAGGI Ci  spostiamo  nel  messinese  per  il  nostro  consueto  “viaggio”  mensile   alla scoperta  dei  “luoghi”  siciliani.  In   questo  numero  parliamo   di 

Villafranca  Tirrena,  salita  agli   onori  della  ribalta  già  due  secoli  fa grazie   a     due   libri   ispirati   alle  rocambolesche  vicissitudini  di  uno  sfortunato  popolano

 

 

 

 

Villafranca, il bandito “buono”

e Alessandro Dumas

 

 
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Casella di testo: Anno II Numero 13                                                                                                     Novembre 2004Casella di testo: Periodico on line di cultura, tradizioni popolari, valorizzazione del territorio e delle risorse paesaggistiche. Iscrizione N. 288 del 
7 ottobre 2003 nel Registro delle Testate Giornalistiche del Tribunale di Trapani. Direttore responsabile Alberto Augugliaro


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