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Nella foto una immagine di Modica che
riproduce il caratteristico contesto della parte alta della città con le
case arroccate sulla montagna
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zecchiato, invece, dalla nostalgia per una civiltà forse
in disfacimento nostalgia per una civiltà forse in disfacimento in “Un film
parlato” di Manoel de Oliveira. Poi contaminato dall’universo femminile
proposto da Raja Amari nel suo “Satin Rouge” dove viene scrutato il
passaggio da una condizione di chiusura e subordinazione a un’esistenza
“glo-riosamente libera”. Ma tra le ambientazioni mediterranee non può non
essercene una che incarni ambienti e situazioni tipicamente siciliane. In
“Salvatore” Gian Paolo Cugno racconta una favola semplice di mare e scugnizzi
con un cast di attori di tutto rispetto: Enrico Lo Verso, Giancarlo
Giannini, Gabriele Lavia.
Di grande impatto sul pubblico anche
una selezione di documentari archeologici: il fascino delle ricerche e
delle scoperte in lavori di altissima qualità che sono stati già presentati
nei più importanti festival internazio-
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nali di archeologia. Ma laddove le arti
cinematografiche non arrivano, musicisti provenienti dalle diverse aree del
Mediterraneo trasformano Modica in straordinario palcoscenico per una
improvvisata jam session con orchestre e gruppi etnici dal vivo. E
non è tutto. “Non solo barocco”, proprio a sottolineare il legame con la
gente, vuol essere anche una occasione di scambio culturale all’insegna
della euromediterraneità avvalendosi di una passerella d’eccezione, le
strade e le piazze di Modica,
animate durante tutta la kermesse da spettacoli itineranti ed
eventi multimediali. A completare il già ricco quadro di appuntamenti, tre
momenti di riflessione con convegni e dibattiti a tema: “Racconti di donne
tra modernità e tradizione”, “Il Mediterraneo: un mare di storia e di
storie”, “Raccontare il Mediterraneo tra immagine e parola”.
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Incontrata per caso dai primi navigatori, apprezzata per scelta
dagli antichi commercianti del Mediterraneo, la Sicilia si è ritrovata nei
secoli al centro delle attenzioni di popoli e civiltà, divenendo
espressio-ne e sintesi di culture lontane, nel tempo e nello spazio.
“Mediterraneo! Mare che porta dentro di sé tanto di diversità quanto di uguaglianza!
Mare che fu il mondo, e che per noi mediterranei continua a essere il
nostro mondo” aveva scritto Edgar Morin, sociologo francese contem-poraneo
che ha legato il proprio nome alla
“riforma del pensiero” che superi la separazione dei saperi del presente. Ed è proprio in virtù di questa sua millenaria
vocazione allo scambio di saperi e
tradizioni che la Sicilia ospita a Modica, “porta del Mediterraneo”,
la prima edizione di “Non solo Barocco”, festival inter-nazionale di cinema
e cultura. Alla ribalta suoni e visioni mediterranee, spirito e anima di
una rassegna che si caratterizza fin
dal suo nascere per l’intimo rapporto con una Sicilia fatta di colonne
doriche, cupole, mosaici bizantini e ori barocchi. Come una moderna Arca di
Noè, Modica e la Sicilia si propongono come traghettatrici delle grandi
affinità, ma anche delle profonde differenze che animano il Mediterra-neo
di oggi, alla ricerca di concrete e continue occasioni di crescita ed
arricchimento materiale e spirituale. “Non solo barocco” è un festival con
un’identità, un’anima, una cultura riassunte in un’unica parola:
Mediterraneo.
Vasta e
articolata la sezione “Voci e storie
del Mediterraneo” dedicata ai lungometraggi. In “Let-tere al vento” di
Edmund Budina, girato tra Italia e Albania, lo spetta-tore rimane sospeso
tra il dramma-tico e il grottesco, catturato dalle inserzioni oniriche
caratteri-stiche della
cinematografia dell’est. Pun-
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