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![](Archeologia_file/image027.gif) |
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Nella immagine qui sopra uno scatto del sito
archeologico di Solunto, insediamento fenicio a partire dal settecento avanti
Cristo secondo quanto ci ha riferito Tucidide
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![](Archeologia_file/image028.gif) |
velli secondo uno schema che voleva le botteghe
al piano più basso, un ambiente intermedio e, infine, per sfruttare il dislivello,
la cisterna alla quale confluivano le acque provenienti dal peristilio.
Mosaici e pitture adornano la casa, mentre in una raffigurazione al centro
della struttura troviamo rappresentato un astrolabio con il globo terrestre
circondato dalle sfere celesti.
Con
il Santuario, lungo la “via dell’Agorà”, ha inizio la zona pubblica della
città. Imponente, il Santuario consta di due singole costruzioni, una delle
quali arricchita da un altare: da qui la scelta di chiamare Santuario
l’intero edificio, certamente adibito al culto fenicio-punico. Sottoposta a
vincolo paesag-gistico e archeologico sin dagli anni sessanta, Solunto
conta ogni anno trentamila visitatori, con punte massime fra aprile e
ottobre.
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divisa da una serie regolare di ampie strade,
intersecate perpendicolar-mente da assi viari minori secondo i criteri
ippodamei. La disposizione degli alloggi è indicativa della stratificazione
sociale dell’epoca. Nelle zone più decentrate, infatti, le abitazioni sono
particolarmente anguste, mentre quelle centrali sono più larghe e ricche di
decorazioni.
Nei
pressi delle dimore più centrali troviamo il “Ginnasio”. Nome dato
arbitrariamente a un’antica dimora a due piani. Del vero Ginnasio gli
scavi, invece, non hanno trovato tracce. Ma gli archeologi, da alcune
iscrizioni rinvenute, sono certi che Solunto ne avesse avuto uno.
Tra
le abitazioni meglio conservate spicca per la sontuosità delle decorazioni
la “Casa di Leda”, venuta alla luce nel 1963 e che ha preso il nome da uno
dei suoi dipinti. Quest’alloggio si
sviluppa su tre li-
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Sul
suo nome gli storici sono tuttora divisi. Per alcuni deriverebbe da un
brigante chiamato Solus e ucciso da
Eracle. Per altri, più verosimilmente, deriverebbe dal greco solus, roccia. Ma per tutti Solunto
è uno fra i più importanti e conosciuti insediamenti siciliani dei
Cartaginesi. Fondata proprio dai coloni di Tiro nel IV secolo avanti
Cristo, divenne presto un attivissimo centro di traffici marittimi,
rivaleggiando per il primato con Palermo e Mozia. La più antica notizia su
Solunto ci è stata tramandata da Tucidide che ci riferisce di insediamenti
fenici su Solunto già nel 700 prima di Cristo, al tempo della prima
colonizzazione greca. Dagli scavi sul monte Catalfano, a venti chilometri
da Palermo, non era sinora venuto alla
luce nulla che potesse esser datato anteriormente al IV secolo. Si era così
pensato, in un primo momento, che Tucidide si riferisse ad una località
vicina (Pizzo Cannita) dove furono rinvenuti due sarcofagi punici ora
conservati al Museo Archeolo-gico Regionale di Palermo. Ma la recente scoperta,
proprio ai piedi di monte Catalfano, di tombe risalenti al VI secolo ha
permesso di guardare con rinnovato entusiasmo alle notizie tramandateci
dallo storico greco. Consentendo agli studiosi di avanzare ipotesi più
precise sulla localizzazione del sito. Secondo le versioni più accreditate,
l’antica Solunto sorgeva verosimilmente ai piedi di Monte Catalfano, vicino
al mare. Ben in linea con le necessità dell’antichissima colonia fenicia.
Gli
scavi dell’ottocento, e in particolare quelli degli anni cinquanta del
1900, hanno permesso di ricostruire, sia pure per grandi linee, la
struttura del sito. La città era sud-
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