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Tra le pagine
più ricche ed emozionanti degli scrittori italiani l’esperienza tutta
siciliana delle zolfare ha lasciato un segno indelebile, ispirando quella
che è stata definita la “letteratura delle zolfare”. Pagine ricche di
miseria eppure di speranza, di sfruttamento eppure di sogni da rincorrere,
nel ventre della terra. Pagine cariche perfino di stupore, come in “Ciaula
scopre la luna” di Luigi Pirandello di cui abbiamo riportato il finale. Una
letteratura meravigliosa che ci racconta di una Sicilia talvolta
sconosciuta. Quella dei contadini che lasciavano la terra per rincorrere il
miraggio di una vita nuova.
Un rapporto quello
fra la zolfara e la cultura per due secoli caratterizzato da ampi momenti
di reciproco scambio tant’è che a fine settembre a Caltanissetta questa
sorta di scambio simbiotico non poteva trovare sintesi migliore nel titolo
di un convegno: “La miniera nell’arte.
Ambiente, storia e cultura delle
miniere in Sicilia”. Accom-pagnato
dall’ormai tradizionale “mostra-scambio del minerale e del fossile”, che si
svolge tutti gli anni a Caltanissetta, il convegno ha posto le basi per la
realizzazione di una idea particolrmente affascinante: creare
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un
parco geominerario delle zolfare
siciliane,
collegando in rete tutti i bacini minerari delle province di Caltanissetta,
Enna e Agrigento, supeando in questo modo i vari tentativi disarticolati di
valorizzazione delle antiche miniere.
Un grande progetto integrato,
con la creazione di percorsi di visita comuni che esaltino le antiche e prestigiose
zol-
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fare
facendole diventare il punto
d’incontro
della cultura e della tradizione della Sicilia centrale. Dando vita, nel
contempo, a iniziative di turismo culturale destagionalizzato in un’ottica
più generale di fruizione del territorio nel rispetto delle risorse
paesaggistiche e dell’ambiente.
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