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Nello scatto
qui sopra una suggestiva immagine di una spiga di grano piegata dal
vento. In
basso particolare di una piantagione di frumento in attesa della mietitura
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Un tempo la raccolta del grano era
fatta di gesti e di rituali contadini. La mietitura rappresentava il
momento conclusivo di un anno di lavoro e all’appuntamento occorreva
presentarsi festosi. Intonando canti di giubilo e di ringraziamento,
soprattutto se l’annata era stata ricca. Le antichissime tradizioni
tramandate per generazioni e legate alla coltivazione e raccolta del grano
- oramai messe da parte per il sopravvento delle moderne tecniche di
coltivazione – hanno potuto rivivere per un mese in Sicilia fra attrezzi
d’epoca, canti e balli folkloristici. La manifestazione - curata dal
Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali – ha fatto tappa
da metà settembre a metà ottobre in
tutte e nove le province siciliane, facendo cono-scere al pubblico come si
lavorava il grano fino a più di
mezzo secolo fa. A partire dalla falciatura, rigorosa-mente manuale,
alla quale seguiva il pestaggio dei covoni realizzato con l’ausilio dei
cavalli che erano molto usati in agricoltura. E poi c’era da separare i
chicchi di grano. Lavoro, questo, meticoloso e di gran precisione che veniva
affidato alle Donne.
Ma, nel contempo,
anche
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piuttosto
faticoso giacché per metterlo in pratica era necessario stare in piedi e
armeggiare con dei pesanti forconi. Gesti e rituali riproposti senza
tralasciare i canti dei contadini che costituivano parte integrante delle
antiche giornate di lavoro dei contadini siciliani. Filmati e mostre
fotografiche in giro per la Sicilia hanno
completato la manife-
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stazione,
raccontando attraverso scatti e riprese d’epoca la civiltà contadina
d’inizio secolo. Non sono mancati anche momenti d’appro-fondimento sulle
qualità nutrizionali del grano coltivato oggi nelle campa-gne Siciliane e
che costituisce l’ingrediente di base della dieta mediterranea.
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