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ta musei europei.

     Il primo raggruppamento, “L’altra faccia del cielo”, è dedicato alla geologia, alla biologia e alla meteorologia. Sono esposte  le prime carte marine  utilizzate dai naviganti. Per quanto rudimentali, proponevano informazioni sulle profondità marine, sulle correnti, sulla conformazione delle coste. Completano la sezione modelli in cartapesta e gesso di cefalopodi, tartarughe, foche, alghe e uccelli appartenenti alla biosfera marina. La seconda sezione, “I giochi dello scambio”, mette in evidenza il ruolo del mare nella circolazione di merci e uomini, attraverso gli itinerari commerciali  e i flussi migratori di fenici, greci, romani, arabi, normanni, ma anche per mezzo delle incursioni corsare di bizantini, saraceni, ottomani. “I saperi della mano”, terzo gruppo, esplora gli ambiti relativi alla cantieristica, alle tecnologie e al design  per la costruzione delle imbarcazioni, gli strumenti e i  metodi  di raccolta, cattura  e  conservazione del pescato,    e  ancora    le  tecniche di

 

 

     La storia ci insegna che le culture e le tradizioni del mondo, sia pure con le loro talvolta estreme diversità, sono accomunate da un elemento di vicinanza. Un massimo comune denominatore che tutte le abbraccia e le ricomprende. Una sorta di motore primo del sapere umano, una culla di civiltà. Il riferimento è, adesso, sin troppo chiaro: stiamo parlando del Mediter-raneo. Le più importanti spedizioni che trassero origine dal desiderio di conoscenza del mondo, ad Oriente e a Occidente, partirono proprio da quello che è stato per millenni un vero e proprio laboratorio riservato a popoli fra loro lontanissimi, e non soltanto geograficamente: un bacino di genti e di culture. E al Mediterra-neo è dedicata una imponente mostra itinerante che partirà in giugno proprio dalla Sicilia ed è destinata a far tappa nelle più importanti città europee nell’arco di un anno.

     Con il patrocinio dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali, la mostra sarà tenuta a battesimo nei saloni del Museo Regionale di Storia Naturale d’Aumale di Terrasini, in provincia di Palermo. E non a caso, visto che a ispirarla è stata, tra gli altri, Valeria Patrizia Livigni Tusa, direttore del museo palermitano, che spiega: “Il Mediterraneo rappresenta lo scrigno della memoria di quei popoli che in diverse epoche lo hanno attraversato lasciando tangibili testimonianze in un laboratorio creativo per la crescita di grandi civiltà. Ed è con questo spirito di cooperazione che abbiamo realizza-to, con la collaborazione internazio-nale, un evento in grado di abbattere le distanze tra le molteplici realtà mussali e gli enti di ricerca per approfondire le tematiche inerenti il mare”.

     La mostra, suddivisa in sei sezioni, si propone di indagare il rapporto dell’uomo con il mare, in relazione alle varie epoche e ai  con- testi   sociali  e  naturali, proponendo reperti provenienti da più di  cinquan-

 

estrazione  e conservazione del  sale marino.  Ricco di segni il quarto rag-gruppamento espositivo, “La forza dei simboli”, che indaga il rapporto fra arte, artigianato e religiosità: il pesce, la conchiglia, il corallo erano stati assunti a simboli di forza magica o sacra, dando vita a un fiorente artigianato specializzato.

     Le ultime due sezioni presentano il sito web della mostra, un occhio sempre aperto sul mare e le sue millenarie tradizioni, e il progetto della “Biblioteca enciclopedica del mare” che prevede la pubblicazione di una collana di volumi monografici e di guide esplicative di ogni realtà museale coinvolta nella mostra itinerante. In luglio la mostra lascerà la Sicilia per tuffarsi in Europa: il Pireo, Creta, la Slovenia, Barcellona, Alicante, Gibilterra, Marsiglia le prossime tappe. In Italia “Le vie del mare” potrà essere ancora visitata a Venezia in ottobre, a Genova in novembre e a Napoli in dicembre.

 

 

 

 


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