Casella di testo: ARCHEOLOGIA

Casella di testo: PRIMO
PIANO
Casella di testo: TEATRO & 
CULTURA
Casella di testo: MOSTRE

Casella di testo:   APPUNTAMENTI:
  DOVE ANDARE
Casella di testo: EDITORIALE
Casella di testo: L























  Luoghi

 

 

Casella di testo:
 


 

 

 

 

Casella di testo: SCRIVICI
 


 

 

 

 

 

Particolare della locandina della quarta edizione del festival del cinema archeologico che si è svolto ad Agrigento a fine luglio

 

     Nove pellicole, oltre otto ore di proiezioni, centinaia di siti, tracce e simboli di civiltà lontane cinquemila anni. Sono i prestigiosi numeri del Festival Archeologico che si è svolto a fine luglio in Sicilia nella magnifica cornice della Valle dei Templi di Agrigento. E’ stato uno spettacolo del tutto particolare per le insolite immagini proposte, di grande impatto per l’altissimo contenuto tecnico-scientifico. Sono stati proiettati i migliori film archeologici italiani e stranieri, selezionati e proposti con la collaborazione della Rassegna Inter-nazionale del Cinema Archeologico di Rovereto e della rivista “Archeo-logia Viva”. Quattro le sezioni che hanno animato la rassegna: “Ante-nati”, “L’uomo e il deserto”, “Le prime città”, “Mito e spiritualità”.

     Grande attesa tra i cultori siciliani di archeologia per “Venezia e la Galea perduta”, un film-documenta-rio di ottanta minuti firmato dal regista Marco Visalberghi. Al centro della pellicola, finita di girare e presentata nel 2006, il ritrovamento di una galea del XIV secolo ai margini dell’isolotto di San Marco in Boccalama, sommerso da sei secoli nelle acque della laguna veneta. Il documentario ha messo in luce le particolari tecniche costruttive delle navi adibite alle battaglie e  al trasporto delle   merci, tecniche  che, con speciali  protocolli  ingegneristici,

 

consentivano alle maestranze di realizzare cento galee in meno di cinquanta giorni.

     “Il segno della pietra, il Sahara sconosciuto degli uomini senza nome” si è soffermato, invece, sulle comunità preistoriche sahariane. Con la regia di Lucio e Anna Rosa, il film ha voluto  raccontare la vita nel deserto attraverso l’alternarsi di fasi climatiche estreme: dalle grandi piogge ai periodi di aridità.

     Olivier  Julien  è stato apprezzato

 

 

 

 

in Sicilia per “La leggenda di Aratta”, un film-documentario che racconta di un’antichissima civiltà vissuta cinque mila anni fa nel sud-est dell’Iran. Gli scienziati ritengono si tratti del mitico regno di Aratta descritto dalle più antiche leggende sumere. Una potente città-stato talmente importante da aver “dovuto” inventare la scrittura per i suoi scambi commerciali.