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Nella foto, particolare dei lumini
disposti sulla gradinata di Santa Maria Maggiore a Caltagirone per la
tradizionale “Scala Illuminata”
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![](Mostre_file/image029.gif) |
E’ sera. Gli ultimi sprazzi di luce
del tramonto sono ormai inesorabilmente andati. La scala, fiammeggiante,
concentra su di sé l’attenzione della folla assiepata su ogni minuscola
porzione di strada, gradino, marciapiede. Improvvisa-mente il disegno scompare,
come rapito dalla notte. Poi, al fischio del capomastro, i colori e le forme, giù per la scala, ritornano
prepotente-mente a far loro la scena.
Un rito che si perpetua ogni estate da
oltre mezzo secolo e al quale quest’anno è stata dedicata una mostra - un
omaggio per “I 53 anni della Scala di Santa Maria del Monte” – allestita
alla Galleria “Luigi Sturzo” dal Museo Regionale della Ceramica di
Caltagirone. L’esposizione è stata realizzata su due differenti livelli di
lettura. Dieci vetrine mostrano gli oggetti che negli anni hanno ispirato i
decori creati per la scala. Sulle pareti delle vetrine, invece, sono stati
esposti, per la prima volta al pubblico, cinquanta disegni di Fra’
Benedetto Papale, dei veri progetti per la sistemazione dei lumini sui 104
gradini di Santa Maria del Monte. Il disegno centrale rappresenta, invece,
quello realizzato in occasione della “Scala Illuminata” di quest’anno. La
mostra sarà visitabile fino a domenica 9 settembre.
Caltagirone, la città etnea conosciuta
in tutto il mondo per le sue ceramiche che possono vantare una tradizione
millenaria, da città d’arte qual è, per festeggiare il Santo Patrono non
poteva limitarsi alle solite processioni e ai giochi pirotecnici, come
avviene un po’ dappertutto. E allora, ecco che le maestranze calatine
rendono ancora più unici i già preziosi gradini in ceramica decorata di
Santa Maria del Monte adagiandovi sopra un “tappeto” di quattromila
lucignoli colorati. Di sera lo spettacolo è assicurato. I lumini, ognuno a
tinte diverse, sapientemente
disposti sulla
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scalinata,
formano immagini mozzafiato. Sembrano delle disposi-tive proiettate
dall’alto. E in effetti a stento si riesce a credere che con giochi di luci
e della carta colorata possano venir fuori disegni dalle proporzioni esatte
e rigorose. Disegni che “vivono” e che riescono a trasmettere una
espressività tutta loro, creata magicamente dall’alter-nato e repentino
cangiare d’intensità di ognuna delle quattromila “anime” di fuoco.
E’ la gente di Caltagirone a far
rinascere l’opera d’arte. Tutti insieme, “armati” di stoppino, udito il
segnale, si precipitano dai bordi della scalinata di Santa Maria del Monte
per riaccendere i lucignoli. Uno spettacolo nello spettacolo. In onore di
San Giacomo Maggiore, protettore della città dal 25 luglio del 1090, giorno
in cui il conte Ruggero il Normanno liberò la città dai dominatori
musulmani, dopo aver invocato e - a quanto pare - ottenuto, l’intervento
proprio di San Giacomo. Ma a Caltagirone tutto è arte. Con i suoi palazzi
barocchi e le sue chiese:
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la
cattedrale normanno-angioina di San Giuliano, la Chiesa del Gesù che ospita
La Natività di Polidoro da
Caravaggio, naturalmente Santa Maria del Monte con la scalinata delle
maioliche. E ancora i giardini e le ville dei Gattopardi, ville storiche
della Sicilia ottocentesca teatro di frequenti esposizioni di incisioni,
disegni, dipinti, foto d’epoca.
E se il barocco ha reso celebre
Caltagirone in tutto il mondo, non dimentichiamo che un altro fiore
all’occhiello della cittadina etnea rimane pur sempre la ceramica. I
maestri ceramisti possono vantare una tradizione plurimillenaria. Al museo
della ceramica, infatti, sono conservati manufatti risalenti addirittura al
neolitico. Di straordinario interesse, anche storico e culturale, le
“figurine”: mattonelle in ceramica del XVIII secolo, in esposizione sempre
al museo, dove sono rappresentate scene di vita quotidiana popolare, ma
anche di famiglie nobili e borghesi.
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