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Nella foto, particolare dei lumini disposti sulla gradinata di Santa Maria Maggiore a Caltagirone per la tradizionale “Scala Illuminata”

 

 

     E’ sera. Gli ultimi sprazzi di luce del tramonto sono ormai inesorabilmente andati. La scala, fiammeggiante, concentra su di sé l’attenzione della folla assiepata su ogni minuscola porzione di strada, gradino, marciapiede. Improvvisa-mente il disegno scompare, come rapito dalla notte. Poi, al fischio del capomastro, i colori e le forme, giù per la scala, ritornano prepotente-mente a far loro la scena.

     Un rito che si perpetua ogni estate da oltre mezzo secolo e al quale quest’anno è stata dedicata una mostra - un omaggio per “I 53 anni della Scala di Santa Maria del Monte” – allestita alla Galleria “Luigi Sturzo” dal Museo Regionale della Ceramica di Caltagirone. L’esposizione è stata realizzata su due differenti livelli di lettura. Dieci vetrine mostrano gli oggetti che negli anni hanno ispirato i decori creati per la scala. Sulle pareti delle vetrine, invece, sono stati esposti, per la prima volta al pubblico, cinquanta disegni di Fra’ Benedetto Papale, dei veri progetti per la sistemazione dei lumini sui 104 gradini di Santa Maria del Monte. Il disegno centrale rappresenta, invece, quello realizzato in occasione della “Scala Illuminata” di quest’anno. La mostra sarà visitabile fino a domenica 9 settembre.   

     Caltagirone, la città etnea conosciuta in tutto il mondo per le sue ceramiche che possono vantare una tradizione millenaria, da città d’arte qual è, per festeggiare il Santo Patrono non poteva limitarsi alle solite processioni e ai giochi pirotecnici, come avviene un po’ dappertutto. E allora, ecco che le maestranze calatine rendono ancora più unici i già preziosi gradini in ceramica decorata di Santa Maria del Monte adagiandovi sopra un “tappeto” di quattromila lucignoli colorati. Di sera lo spettacolo è assicurato. I lumini, ognuno a tinte diverse,  sapientemente disposti sulla

 

scalinata, formano immagini mozzafiato. Sembrano delle disposi-tive proiettate dall’alto. E in effetti a stento si riesce a credere che con giochi di luci e della carta colorata possano venir fuori disegni dalle proporzioni esatte e rigorose. Disegni che “vivono” e che riescono a trasmettere una espressività tutta loro, creata magicamente dall’alter-nato e repentino cangiare d’intensità di ognuna delle quattromila “anime” di fuoco.

     E’ la gente di Caltagirone a far rinascere l’opera d’arte. Tutti insieme, “armati” di stoppino, udito il segnale, si precipitano dai bordi della scalinata di Santa Maria del Monte per riaccendere i lucignoli. Uno spettacolo nello spettacolo. In onore di San Giacomo Maggiore, protettore della città dal 25 luglio del 1090, giorno in cui il conte Ruggero il Normanno liberò la città dai dominatori musulmani, dopo aver invocato e - a quanto pare - ottenuto, l’intervento proprio di San Giacomo. Ma a Caltagirone tutto è arte. Con i suoi palazzi barocchi e le sue chiese:

 

 

la cattedrale normanno-angioina di San Giuliano, la Chiesa del Gesù che ospita La Natività di Polidoro da Caravaggio, naturalmente Santa Maria del Monte con la scalinata delle maioliche. E ancora i giardini e le ville dei Gattopardi, ville storiche della Sicilia ottocentesca teatro di frequenti esposizioni di incisioni, disegni, dipinti, foto d’epoca.

     E se il barocco ha reso celebre Caltagirone in tutto il mondo, non dimentichiamo che un altro fiore all’occhiello della cittadina etnea rimane pur sempre la ceramica. I maestri ceramisti possono vantare una tradizione plurimillenaria. Al museo della ceramica, infatti, sono conservati manufatti risalenti addirittura al neolitico. Di straordinario interesse, anche storico e culturale, le “figurine”: mattonelle in ceramica del XVIII secolo, in esposizione sempre al museo, dove sono rappresentate scene di vita quotidiana popolare, ma anche di famiglie nobili e borghesi.