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Nella foto la copertina di “Siciliani”, l’ultimo libro di Natalia Milazzo in libreria per i tipi della Edizioni Sonda

 

 

     Della Sicilia si è già scritto e detto tanto: una terra ricca di cultura e tradizioni importanti, orgogliosa custode di un patrimonio archeologico da far invidia alla stessa Grecia, baciata dalla natura che ha regalato all’isola paesaggi incantevoli. Ma dei siciliani cosa sappiamo veramente? A di là di qualche luogo comune, probabilmente poco. Come sono davvero questi discendenti di siculi e sicani ce lo racconta Natalia Milazzo nel suo “Siciliani” (Edizioni Sonda, pag. 142, euro 9,50), un libro che fotografa l’essenza più intima degli abitanti di questa isola-regione attraverso un gradevole uso di ironia e sarcasmo, come appare evidente sin dal sottotitolo del volume: “guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù”. “Superiori a molti, pari a chiunque” è il motto gattopardesco scelto da Natalia Milazzo per cogliere in una battuta la sintesi dei “luoghi non comuni” sui siciliani. Questi “figli di un dio maggiore” costantemente assillati da una necessità imperativa, quasi una ragion di vita: fare bella figura. Una sorta di primo comandamento al quale è legato, come suo naturale corollario, uno dei principali pregi dei siciliani: non sono avidi. Tant’è che il denaro serve soltanto “a circondarsi di belle cose che a loro volta testimonino – ma con eleganza – che il loro proprietario è ricco”. Completano il volume una gustosa carrellata sui siciliani illustri, da Archimede di Siracusa a Pippo Baudo, e una rassegna sulle trenta cose più belle da fare in Sicilia, come assaggiare il cioccolato “azteco” di Modica, passeggiare d’estate in mezzo alla nebbia di Erice, assistere a una tragedia greca in un teatro greco. E, ovviamente, abbandonarsi al piacere senza eguali che si può provare gustando un cannolo di ricotta o una fetta di cassata siciliana. Preparati da un pasticciere palermitano e a Palermo. Perché a Milano “l’acqua è diversa”.

Alberto Augugliaro