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Sacri Gruppi.
La processione, con evidenti influenze spagnole, si compone di venti gruppi
statuari realizzati dagli artigiani trapanesi nel corso dei secoli XVII e
XVIII. Per la loro messa in opera, le maestranze utilizzarono una
originalissima tecnica, da loro stessi inventata, che prevedeva l’utilizzo di legno,
sughero, tela, gesso e colla. I volti dei personaggi furono ottenuti
scolpendoli direttamente sul legno, mentre per gli abiti fu utilizzata la
tela che veniva precedentemente immersa in una mistura di gesso e colla e
poi adagiata sullo scheletro della statua fatto di legno e sughero. Con
questa tecnica fu possibile ottenere la naturalezza degli abiti e la plasticità espressiva dei volti che possiamo tuttora ammirare durante la
processione del Venerdì Santo.
Ogni gruppo, addobbato con preziosi ornamenti argentei ed elaborate
composizioni floreali, viene portato a spalla da dieci o più uomini. Dei
fari, sapientemente posizionati, esaltano le espressioni dei personaggi che
sembrano muoversi realmente tra la folla. Ed è proprio nei volti e nelle
fattezze dei personaggi che si ravvisa l’unicità dei misteri di Trapani,
proprio perché gli artigiani non si ispirarono all’iconografia classica.
Piuttosto plasmarono le statue ispirandosi ai volti dei loro
contemporanei. Per il volto del
giu- deo,
ad esempio, presero spunto da un personaggio reale, loro contemporaneo.
Stando alle cronache del tempo,
questo signore, detto Setticarini, per la professione svolta aveva
in effetti grande attinenza con il ruolo del giudeo. Di mestiere, infatti,
faceva l’aiutante del boia in servizio a Trapani nella seconda metà del
XVIII secolo.Devozione e fede, dunque, prima di tutto, ma poi, anche per i
Misteri di Trapani, un briciolo di folklore timidamente si è guadagnato un
posto fisso nella manifestazione: ci riferiamo all’immancabile annacata delle
vare, autentico richiamo per la gente che viene da fuori. A tempo di musica
ogni mistero, seguito dalla propria banda musicale, si “dondola” per
strada, di tanto in tanto irrompendo fra le persone dopo essersi aperto un
varco fra le ali di folla. E dietro, ogni gruppo bandistico segue l’annacata
della propria vara, imitandone cadenza e movimenti. Da notare, ancora,
come tutti i personaggi delle vare, a loro volta, si dondolino seguendo il
movimento dei portatori per effetto di una particolare tecnica di
fissaggio. Ne viene fuori un autentico spettacolo che è impresa ardita
rendere con le parole: bisogna partecipare e vivere l’esperienza. Una città si identifica sempre con il
proprio passato. Storia, tradizioni, vicende e personaggi continuano a
vivere nella memoria della gente, trasmessi di generazione in generazione,
finendo per legarsi indissolubilmente al territorio. Al punto che non si
può più fare a meno di questi riferimenti. Senza di essi la città finirebbe
per apparire come svuotata. Mutilata nelle radici. Privata della sua
essenza più intima. La processione dei Misteri del Venerdì Santo si
identifica profondamente con la città di Trapani che da quasi quattrocento
anni, ogni settimana di Pasqua, si raccoglie attorno ai gruppi statuari per
la processione. Dal pomeriggio del Venerdì Santo al
sabato i misteri di Trapani sfilano per le vie del centro storico e della
“città nuova” portati a spalla da centinaia di “portatori”. I fedeli
seguono in processione, per tutta la notte. E’ tale l’imponenza e la
solennità della manifestazione che il messaggio religioso non ha bisogno di
essere interpretato. Anche perché quando i padri gesuiti contribuirono
all’introduzione della processione, agli inizi del XVII secolo, erano stati
mossi proprio da finalità divulgative. La processione dei Misteri si svolge a
Trapani dalle ore 14.00 del Venerdì Santo e si protrae, per ventiquattro
ore, sino al sabato. E' la più lunga manifestazione religiosa
italiana e tra le più antiche. Si ha notizia delle prime processioni a
Trapani sin dagli inizi del 1600, quando si iniziò a rappresentare per le
strade la Passione e la Morte di Cristo secondo gli usi del tempo. Ad
organizzare la processione fu, nei primi anni del XVII secolo, la
Confraternita di San Michele Arcangelo che successivamente affidò alle
maestranze cittadine l'onore di condurre in
processione i